Acronimo n. 8 – “Due di due” di Andrea De Carlo
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Due amici: Mario, il narratore di origini borghesi, e Guido, personalità predominante e affascinante, di origine proletaria, intessono
Un’amicizia nata sui banchi di scuola all’
Epoca della contestazione giovanile. Squarcio unico sul mondo adolescenziale/liceale e giovanile/universitario.
Due amici, due storie che si divaricano variamente per ricombinarsi,
Inseguono, in modo diverso, la felicità: Mario nelle vita bucolica di Gubbio, Guido nell’irrequieta e vagabonda vita di scrittore dal successo alterno.
Due modi di affrontare la vita e l’universo femminile, nell’
Unità di un legame che ogni volta rinasce forte come ai tempi della scuola.
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Acronimo n. 7 – “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti
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In una casa abbandonata, Michele scopre e conosce l’
Orrore della segregazione di un altro bimbo come lui.
Nella campagna di un Sud immaginario (Acqua Traverse) vi è un
Ostaggio da riscattare: Filippo, terrorizzato, denutrito e
Nascosto dai rapitori. Tra i due bimbi nasce l’amicizia.
Hanno in comune la paura e il disgusto per le azioni
Orrende degli adulti. In un tragico addio all’età dei giochi.
Potrà sopravvivere, Michele,
A un’esperienza tanto atroce, nella quale conosce
Un mondo crudele che coinvolge anche i genitori? Ci
Regala una storia intensa, di sensibilità infantile, un
Ammaniti in stato di grazia. Assolutamente da leggere.
Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-italiana/discussions/review/id:35521/
Il ritorno del giovane principe di A.G. Roemmers
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L’ACRONIMO
“Irradiava innocenza” il giovane principe.
Lo ritrova il poeta-viaggiatore argentino Roemmers:
Riverso sul ciglio di una “sperduta strada della Patagonia”
Il “giovane principe è
Tornato e questa volta per rimanere a vivere con noi”.
Obiettivo del ragazzo:
Risalire al precedente incontro con Saint Exupéry,
Nel deserto, per chiedere ragione di un inganno
O per confermare una verità. E un’amicizia importante.
Deve infatti fugare il dubbio che una petulante
Erba, sul suo pianeta, gli ha insinuato: che l’aviatore
Lo abbia truffato con il disegno della pecora.
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La pelle dell’orso di Matteo Righetto
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- Scritto da Bruno Elpis
L’adagio recita: “Non vendere la pelle dell’orso prima di
Averlo ucciso”. In questo romanzo, che si legge in un soffio,
Pietro Siess, padre del tredicenne Domenico, sfida Crepaz
E scommette un milione di lire (una bella cifra nel 1963):
Lui catturerà l’orso “El Diaol”, che funesta la zona.
Lui così riscatterà la fama di infame che gli hanno attribuito.
E allora Pietro parte con Menego a caccia del terribile orso.
Dolomiti sullo sfondo, bellezze paesaggistiche infinite
E animali selvatici di ogni tipo per compagni:
L’avventura si traduce nella riscoperta di un rapporto,
L’avventura consente al figlio di accedere a segreti
O contenuti di silenzi del padre. Il
Romanzo è incantevole come luoghi e animali descritti.
Stupisce quando fonde tragedia individuale e collettiva
Organizza, M. Righetto, capitoli tanto brevi quanto efficaci.